APPRENDERE ATTRAVERSO IL CORPO – prima parte

Sono un insegnante del Metodo Feldenkrais©, una tecnica di lavoro corporeo che ha lo scopo di aiutare le persone a muoversi con maggior facilità, minor dolore e minor sforzo. Il Feldenkrais ci insegna a muoverci in maniera più funzionale e più semplice perché migliora la consapevolezza delle nostre abitudini posturali e di movimento. Si basa sull’abilità innata che il sistema nervoso ha di imparare, di migliorarsi e di crescere, qualunque sia la nostra età. L’unicità del Metodo Feldenkrais consiste nell’utilizzare il movimento in modo scientifico e creativo al tempo stesso.

E’ possibile lavorare sia in sedute individuali che in lezioni di gruppo. Entrambi gli approcci aiutano ad aumentare o sviluppare la capacità di essere presenti a sé stessi, portano a scoprire possibilità di essere e di fare più semplici e più efficaci di quelle a cui si è abituati. Attraverso l’esplorazione di sé stessi, il Feldenkrais permette agli studenti di liberarsi dagli schemi posturali e dalle abitudini di movimento che sono divenute inadatte, dannose o dolorose.

L’apprendimento organico
Il Metodo offre pertanto un sistema di apprendimento organico cioè attraverso il corpo, il movimento assieme all’attenzione alle sensazioni ad esso collegate insegnano l’abilità attiva di apprendere e non solo di imparare a ricevere ciò che viene insegnato.

Qualunque tipo di apprendimento implica un movimento, sia che si tratti di imparare ad afferrare un oggetto, a parlare, a camminare, o a leggere. Il movimento è il primo soggetto a cui si dedicano il nostro cervello e il nostro sistema nervoso. Attraverso il movimento il sistema nervoso sviluppa i collegamenti necessari a farlo evolvere per ottenere la capacità di interagire positivamente con l’ambiente che ci circonda. Il successo totale o parziale di questo processo determina la qualità della nostra vita.

Tutti i movimenti che compiamo e impariamo nella fase di sviluppo permettono ai collegamenti neuronali di moltiplicarsi e di sviluppare relazioni tra organi di percezione, corpo, arti e ambiente creando così un’immagine di noi stessi, una mappa a tutti gli effetti, che serve al cervello e al sistema nervoso per interagire attraverso i muscoli e lo scheletro con ciò che ci sta attorno.

Nel Feldenkrais non ci occupiamo dell’immagine di noi stessi che vediamo nello specchio e che ci porta a valutarci come belli o brutti, grassi o magri, ma piuttosto di come a livello neurologico vengono rappresentate bocca, dita, arti, piedi, ecc. e della mappa sensoriale che è fondamentale per muoversi, agire ed imparare nuove abilità (vedi il modello di homunculus motorio di Penfield e gli studi più recenti sui neuroni specchio di Rizzolati).

Questa mappatura interna ci permette di percepire la nostra relazione con il mondo esterno e con le parti del nostro corpo. Un essere umano mediamente in salute è in grado di percepire il proprio orientamento spaziale, spostare il peso da un piede all’altro per camminare, fare correzioni della traiettoria che sta compiendo e sentire se i suoi muscoli hanno il tono appropriato per l’azione richiesta.

In presenza di un’immagine di sé carente o parziale (il caso della maggior parte delle persone), si ottengono movimenti non organizzati in maniera ottimale, sforzi eccessivi anche per compiere piccole azioni, carichi dannosi per le articolazioni e risultati poco soddisfacenti sia a livello della performance che del piacere personale, conscio o meno, ad essa collegata.

Camminare, sollevare un peso per metterlo su uno scaffale, calcolare la posizione in cui trovarsi per eseguire al meglio uno sport di squadra, suonare uno strumento, condurre un’automobile lungo la strada, sottolineare un testo o eseguire un disegno sono azioni molto complesse che non saremmo in grado di compiere se fossimo privi delle mappe di cui abbiamo parlato più sopra.

Il nostro sistema si evolve continuamente sulla base dell’interazione con il mondo e lo fa grazie al sistema nervoso. Qualunque azione (intesa in senso lato, quindi anche l’apprendimento), è un adattamento, uno sviluppo, una risposta alle richieste dell’ambiente. Ogni volta che il nostro corpo deve svolgere un’azione lo fa sulla base della completezza dell’immagine che ha di sé. Ne consegue che, se la mappa non cambia e non evolve, sarà impossibile trovare soluzioni permanenti a vecchi problemi. È per questo motivo che le soluzioni in genere suggerite per migliorare o eliminare le tensioni alla colonna cervicale, tanto per fare un esempio semplice, saranno solo temporanee e non miglioreranno in modo definitivo la nostra vita. Se l’immagine di noi stessi non cambia il sollievo sarà solo transitorio e il mal di testa, la rigidità muscolare e il disagio in senso lato torneranno.

Un altro modo di vedere questo punto è che se ho una scelta difettosa e limitata di opzioni risponderò alle richieste dell’ambiente sempre allo stesso modo, qualunque siano la situazione e la richiesta. Risponderò cioè in maniera meccanica e priva di sfumature con la conseguente limitatezza nel vissuto contingente e nei risultati della risposta.

Il Metodo Feldenkrais usa un approccio diverso da tutti gli altri metodi e discipline collegate al movimento di cui sono a conoscenza. In maniera contemporaneamente scientifica e creativa fa uso del movimento, cioè della modalità che il nostro cervello comprende perfettamente. Portando l’attenzione al movimento e alle sensazioni ad esso collegate, il Feldenkrais rende possibile un rinnovamento e un approfondimento della nostra capacità di apprendere organicamente perché ci riporta alla naturale capacità del nostro sistema nervoso di apprendere e di adattarci che ci ha permesso di crescere ed evolvere da neonati ad adulti capaci di occuparci non solo del nostro qui ed ora ma di immaginare un futuro diverso e migliore.

Nella seconda parte dell’articolo approfondirò gli aspetti collegati all’apprendimento organico e illustrerò come si volge una lezione di gruppo del Metodo Feldenkrais.

Fine prima parte

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