Il cooperative learning di Spencer Kagan: l’approccio strutturale

Kagan e collaboratori hanno sviluppato un’ampia varietà di tecniche di cooperative learning partendo dal presupposto che ciò che i ragazzi fanno in classe influenza ciò che apprendono a livello sociale, cognitivo e accademico. Le modalità attraverso le quali gli alunni interagiscono sono varie e non tutte ottengono gli stessi risultati. Poiché all’interno della classe le interazioni possibili sono molteplici, comprendere quali sequenze di interazione permettono di raggiungere quali risultati è un momento fondamentale al fine di strutturare la lezione in modo efficace.


A cura di Claudia Matini e Daniela Pavan

I ricercatori hanno studiato le interazioni possibili sviluppando delle strutture (cioè delle sequenze di comportamento) diversificate in base agli obiettivi che si desiderano raggiungere, offrendo agli insegnanti una modalità fortemente strutturata di operare in classe. Ciò non significa che l’insegnante sia obbligato ad agire sempre in un certo modo, ma piuttosto che una volta acquisiti i fondamenti teorici dell’approccio e gli “elementi” singoli che compongono le strutture egli può costruire la propria lezione servendosi dei singoli “elementi” come di pezzi di costruzione, di Lego, da mettere insieme secondo le esigenze del momento.

Ogni attività realizzata in classe è scomponibile in unità minime di comportamento, dette “elementi”. Un elemento è costituito da un attore, cioè da colui il quale mette in atto un comportamento, da un’azione (ad esempio leggere, scrivere, ecc) e, talvolta ma non sempre, da un ricevente. Per esempio, l’insegnante spiega alla classe è un elemento. L’attore è l’insegnante, l’azione è spiegare e il ricevente è la classe. Gli “elementi” possibili sono praticamente infiniti e vengono adottati in base all’obiettivo da raggiungere. Essi possono essere considerati singolarmente, come anche essere organizzati in modo da formare “sequenze complesse” di comportamenti. In questo caso prendono il nome di strutture. Poiché gli “elementi” sono tanti, molteplici sono anche le strutture che possono essere prodotte.

Kagan ritiene utile classificare le strutture che egli propone in base alla funzione che svolgono:

  1. costruzione del gruppo,
  2. costruzione della classe,
  3. acquisizione e consolidamento di contenuti,
  4. sviluppo delle abilità di pensiero,
  5. scambio di informazioni,
  6. comunicazione nel gruppo (Kagan, 2000).

Quando diverse strutture vengono unite in sequenza ciò che si ottiene è una lezione. Essa è data da un insieme di attività (cioè di strutture con un contenuto) messe in sequenza per raggiungere obiettivi di apprendimento. Perciò

elemento + elemento + elemento = struttura

struttura e contenuto = attività

attività + attività + attività = lezione

OVVERO

[(elemento + elemento + elemento) + contenuto] [struttura + contenuto] = lezione

Ovvero “Mappa nel mezzo” + complemento di termine + “Spedisci una domanda” + complemento di termine = LEZIONE sul COMPLEMENTO DI TERMINE.

Se ti abbiamo incuriosito, acquista il volume “Cooperative Learning: istruzioni per l’uso“!

Articolo precedente
Alcuni vantaggi nell’uso delle rubriche per l’apprendere
Articolo successivo
La controversia di Johnson e Johnson: cooperative learning e conflitto cognitivo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

Formazione