IL COHOUSING, un modo di vivere vecchio come l’umanità

L’attenzione di Scintille alla costruzione di contesti e processi che producono benessere individuale e collettivo attraverso la cooperazione, ci porta ad occuparci di un’esperienza nuova che si sta diffondendo in modo sommesso ma costante: il cohousing.
Il cohousing spesso tradotto in italiano come “condominio solidale”, nasce in Scandinavia negli anni 60, ed è oggi diffuso soprattutto in Svezia, Olanda, Danimarca, Stati Uniti, Inghilterra, Canada, Australia, Giappone, anche se non mancano numerose esperienze in altri paesi tra cui l’Italia .

Si tratta in sostanza di un’esperienza che si concretizza nella realizzazione di un complesso di abitazione collettivo formato da diverse unità abitative,  adatte a famiglie e single, che si sono liberamente scelti tra loro ed hanno deciso di vivere insieme, come una comunità di buon vicinato. All’interno dell’insediamento coesistono perciò spazi privati e comuni.
Le comunità di cohousing uniscono infatti l’autonomia e la privacy dell’abitazione privata, che restano sempre tali nelle diverse tipologie di esperienza, con i vantaggi di avere servizi, risorse e spazi condivisi; ad esempio sono in comune lavanderia e cucina, micronidi, laboratori, palestre, sale per ritrovo ed hobbies, biblioteca, stanze per gli ospiti, giardini ed orti.
Le motivazioni che portano al cohousing possono essere ricondotte al desiderio di ricreare una dimensione sociale dell’abitare ormai perduta, fatta di buon vicinato e di aiuto reciproco, condivisione di spazi e di idee, con molte ricadute e benefici dal punto di vista sociale  ed emotivo. Si tratta  di una scelta di cittadinanza attiva che ricerca la solidarietà e l’aiuto reciproco in contrapposizione alla solitudine e all’isolamento che sembrano sempre più caratterizzare lo stile di vita contemporaneo.
Questo tipo di esperienza naturalmente crea un ambiente  molto ricco e stimolante dal punto di vista emotivo e sociale che produce ben-essere in tutti i soggetti coinvolti ma che diventa una risorsa importante soprattutto per i bambini, gli anziani, le persone in difficoltà.
Va detto che ogni tipologia di cohousing ha origini e motivazioni diverse e specifiche caratteristiche, ma è possibile riscontrare nelle diverse esperienze alcuni tratti comuni:

• Il gruppo di cohouser è un gruppo elettivo formato cioè da persone che si sono scelte in nome di uno scopo e di una visione condivisa.
• La progettazione dell’esperienza è fin dall’inizio partecipata e collaborativa.
• La strutturazione fisica dello spazio abitativo favorisce il senso di appartenenza ad una comunità.
• Non esistono all’interno del gruppo ruoli gerarchici, tutte le decisioni sono prese in gruppo.
• La gestione amministrativa e pratica della comunità è completamente affidata agli abitanti.
• Si riproduce spesso nelle esperienze di cohousing la dimensione intergenerazionale che la società contemporanea ha disgregato.
• La condivisione di beni e servizi può consentire anche un risparmio economico sul costo della vita e di gestione.
• Generalmente si punta a realizzare soluzioni edilizie rispettose dell’ambiente, all’insegna del massimo risparmio energetico e dell’utilizzo di materiali  ecologici e di recupero.

 Per un’esperienza così ricca di valenze sociali si è rivelato fondamentale il fatto che il gruppo di futuri cohousers sin dalle prime fasi della progettazione dell’esperienza, stabilisca ed utilizzi delle modalità partecipative e collaborative che consentano a ciascuno di sperimentare che cosa significhi collaborare e condividere, saper discutere e mediare, superare i conflitti e trovare soluzioni partecipate. Queste saranno infatti le caratteristiche permanenti dell’esperienza.
Il cooperative learning, nella sua accezione di “apprendere a cooperare”, si è dimostrato un’efficace risorsa metodologica in tal senso, soprattutto per gestire la fase progettuale che non va assolutamente delegata “in toto” a soggetti esterni.
L’esperto esterno può invece aiutare a condurre il gruppo di lavoro con modalità e strutture cooperative che permettono la reale partecipazione di tutti garantendo l’equa partecipazione, la costruzione di una responsabilità individuale e di gruppo, l’attuazione della leadership condivisa, favorendo una partecipazione attiva e critica. La metodologia prevede inoltre una particolare attenzione e cura alla maturazione delle competenze sociali che vengono apprese e consolidate sperimentandole all’interno del lavoro di gruppo o attraverso approfondimenti specifici e che si rivelano indispensabili per un’autentica vita di comunità.  Formare un gruppo di individui non particolarmente abili socialmente e dir loro di cooperare non garantisce infatti che saranno capaci di farlo effettivamente. Si dovranno piuttosto prevedere momenti che favoriscano la crescita delle abilità sociali per una cooperazione di alta qualità, dopo aver creato una motivazione consapevole alla loro conoscenza ed uso.
Particolare attenzione viene riservata alla costruzione dell’ascolto attivo e del parlato consapevole per una comunicazione autentica ed efficace, al  superamento del conflitto, alla gestione di ruoli sociali all’interno del gruppo.
La metodologia cooperativa una volta appresa, potrà essere utilizzata anche negli incontri futuri di gestione organizzativa e pratica della comunità con notevoli benefici  in termini di efficacia e di partecipazione attiva.
Durante gli incontri cooperativi, i futuri cohouser fanno esperienza dell’interdipendenza positiva , “il cuore” del cooperative learning , che può essere definita come la percezione di essere collegati con gli altri in un modo tale che il singolo non può avere successo senza fare gruppo e viceversa il gruppo non può avere successo senza il singolo.
Risulta evidente come questo riconduca alla filosofia del cohousing, alla scelta di vita che sta alla base di questa idea che non può essere ricondotta ad una nuova moda passeggera, ma che ha radice antiche come il mondo e l’umanità e può aiutarci a riscoprire il senso autentico del vivere insieme.

Alcuni testi e siti utili:
• Kathryn McCamant e Charles Durret,t “Cohousing: A Contemporary Approach to Housing Ourselves” 1994, edito da Ten Speed Press negli USA e venduto sul internet da Amazon.
• Chris e Kelly ScottHanson ,“The Cohousing Handbook : Building a Place for Communitty” 2004  publicato da New Society Publishers, USA.
• ‘Cohousing e condomini solidali’, edito da Terra Nuova Edizioni.

• http://www.intelligenzaemotiva.it/mother_earth/Co-houses.htm
• http://www.cohousing.org/
• www.cohousing.it/
• http://www.cohousingitalia.it/

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