La valutazione esterna delle scuole: dal RAV al PdM

RAV e PdMIn un precedente articolo “INVALSI: la valutazione esterna delle scuole” erano state affrontate le problematiche generali del nuovo sistema di valutazione della scuola italiana, divenuto obbligatorio con il DPR 80/2013, con particolare attenzione ai quadri teorici di riferimento e ai percorsi operativi inerenti la valutazione esterna delle scuole. In questo contributo si intendono approfondire alcune coordinate riguardanti la funzione e la struttura del RAV Rapporto di Autovalutazione (in vigore dall’a.s. 2014/15) e le sue interconnessioni con il PdM, Piano di Miglioramento, che rappresenta il “naturale” sbocco del RAV.

Lo scenario normativo

Dopo l’emanazione del DPR 80/2013, il MIUR con la Direttiva 11/2014 detta le priorità strategiche del S.N. V., Sistema Nazionale di Valutazione, per il triennio 2014-2017, rendendo obbligatoria la “redazione di un Rapporto di autovalutazione contenente gli obiettivi di miglioramento, redatto in formato elettronico”. Nella stessa Direttiva si argomenta che “il Rapporto di autovalutazione esprime la capacità della scuola di compiere un’autentica autoanalisi dei propri punti di forza e di criticità, alla luce di dati comparabili. Inoltre, consente di porre in relazione esiti di apprendimento con i processi organizzativi- didattici all’interno del contesto socio-culturale, di individuare le priorità e gli obiettivi di miglioramento. Il Rapporto di autovalutazione consolida l’identità e l’autonomia della scuola, rafforza le relazioni collaborative tra gli operatori e responsabilizza tutta la comunità scolastica nel perseguimento dei migliori risultati.” Rispetto ai tempi viene precisato che il RAV1 :

  • deve essere redatto nel primo semestre dell’anno 2015, coinvolgendo apposito gruppo di lavoro, poi denominato NIV, Nucleo Interno di Valutazione2;
  • deve essere reso disponibile all’Amministrazione e all’Invalsi sulla piattaforma unica operativa (POU) entro luglio 2015 e all’utenza con l’inserimento nel portale “Scuola in chiaro” e nel sito della Scuola;
  • subirà un primo aggiornamento nel luglio 2016.

Infine la pianificazione e la realizzazione delle azioni di miglioramento prenderanno avvio dall’a.s. 2015/2016, mentre al termine dell’a.s. 2016/17, le scuole pubblicheranno il Rapporto di rendicontazione sociale, attraverso il quale diffondere “ i risultati raggiunti, in relazione agli obiettivi di miglioramento individuati e perseguiti negli anni precedenti, in una dimensione di trasparenza e di promozione del miglioramento del servizio alla comunità di appartenenza.

Tale scansione temporale è stata poi modificata con Nota 4173 del 15.04.2016 che ha previsto l’aggiornamento del RAV a partire dal 28 aprile 2016 e la chiusura di tale revisione al 30 giugno 2016. Inoltre nel periodo marzo- dicembre 2016 è stata attivata il progetto di visita valutativa di 390 Scuole da parte dei NEV, Nuclei di Valutazione esterna,per un monitoraggio del RAV, del POF e del PTOF e del PdM, progetto che continuerà per un altro triennio, fino al 2019.

Il RAV: funzione e struttura

Tale documento3 trova il suo fondamento nell’esigenza di offrire alla scuola uno strumento di monitoraggio-autovalutazione, rispondente a tre funzioni:

  1. una funzione orientativa e valutativa, nella dimensione del rapporto contesto – processi – esiti;
  2. una documentativa, come ricognizione delle evidenze relative alle proprie risorse e potenzialità, ma anche ai propri punti critici;
  3. una operativa, nel senso dell’individuazione delle priorità per le azioni di miglioramento.

Obiettivo di fondo quello di guidare le scuole in un percorso di riflessione non episodico, né disorganico, nell’intento di superare frequenti forme di autoreferenzialità e di innescare virtuosi processi di autoapprendimento. A tal fine la struttura del RAV è stata attentamente delineata, con una articolazione basata su quattro macroaree:

  • area descrittiva: descrizione del contesto, delle risorse, del capitale sociale (caratteristiche del territorio, popolazione scolastica, status socio-economico delle famiglie, finanziamento all’I.S., profili degli insegnanti -tipologia contratto, età, anni di servizio, titoli -, caratteristiche del D.S.);
  • area valutativa ( o degli esiti): -risultati scolastici, risultati Prove standardizzate nazionali, risultati a di- stanza,competenze chiave e di cittadinanza;
  • area metodologico- riflessiva, distinta in

> area dei processi e delle pratiche educativo – didattiche : curricolo- progettazione-valutazione, ambienti di apprendimento, inclusione e differenziazione, continuità e orientamento;
> area dei processi –delle pratiche gestionali ed organizzative : orientamento strategico e organizzazione della scuola, sviluppo e valorizzazione delle risorse umane, integrazione con il territorio e con le famiglie;
> area proattiva: individuazione delle priorità e degli obiettivi di miglioramento.

Aree accompagnate dalla espressione di un giudizio da parte delle Scuole, su una Rubrica , con una scala di valutazione da 1(situazione molto critica) a 7(situazione eccellente) e con la richiesta, per ogni micro-area della descrizione di opportunità e vincoli(per il Contesto) e di Punti di forza e di debolezza, negli esiti e nei processi. Un sistema di osservazione sulla realtà e sul quotidiano della scuola, in grado di intercettarne realizzazioni, bisogni, punti di forza, punti di debolezza e di fondare un metodologia autovaluativa utile al cambiamento, alla condivisione del cambiamento, alla comprensione dei benefici che ne possono derivare.

Il PdM: una finestra sul miglioramento

Il valore aggiunto del RAV non può comunque essere a pieno percepito e reso spendibile, se non si traduce in progettualità idonee a consolidare le buone pratiche e a migliorare performance parzialmente riuscite. Ecco la funzione del PdM, Piano di miglioramento, nel quale la Scuola elenca le Priorità di intervento (è consigliabile una selezione non ampia di Priorità) e gli obiettivi di processo, che rappresentano una definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche individuate. Costituiscono degli obiettivi operativi da conseguire nel breve periodo (un anno scolastico) e riguardano una o più aree di processo.
Esemplificando:

1.Priorità

Esiti Studenti Descrizione della Priorità Descrizione del traguardo
 Risultati scolastici  Valorizzare le eccellenze e supportare con percorsi specifici gli alunni con BES  Modulare l’offerta formativa nella duplice direzione di formulare proposte didattiche potenziate e sequenze di lavoro centrate sulla differenziazione e diversificazione
Competenze chiave e di cittadinanza  Identificazione di criteri di valutazione delle competenze  Individuazione degli indicatori da utilizzare e realizzazione di una matrice condivisa per la valutazione delle competenze

2. Obiettivi di processo (relativi alle Priorità)

Ambiente di apprendimento – Promuovere strategie e metodologie innovative, anche con l’uso delle TIC
– Incrementare le dotazioni multimediali
Inclusione e differenziazione – Costituire un gruppo di lavoro per la definizione di percorsi mirati al potenziamento e alla differenziazione
– Progettare attività di recupero, consolidamento e potenziamento diffuse e condivise
Curricolo, progettazione e valutazione – Creare una Commissione che documenti, analizzi, elabori strumenti di lettura delle competenze sociali e che suggerisca, con riferimento a tali strumenti, strategie per l’apprendimento di tali competenze.

Conclusioni per ripartire

Dal quadro sopra delineato emerge la complessità del nuovo sistema di auto/valutazione della scuola, certamente non praticabile come adempimento amministrativo, né come innovazione sottoposta ad innaturali accelerazioni imposte dall’alto.
Occorre, se si vuole veramente recuperare il “senso” e la dignità dei processi educativi (profondi, distesi, attesi e a volte imprevisti) agire nel rispetto:
– dei tempi di apprendimento degli insegnanti;
– dei molteplici stili e profili apprenditivi degli alunni;
– della poliedricità dei processi e delle procedure di insegnamento.
La auto/valutazione di Istituto abbisogna sicuramente di strumentazione “raffinata”, ma soprattutto di una maturazione metacognitiva di tutta la comunità scolastica, di un approccio cooperativo al lavoro in classe e tra i docenti, di una cifra formativa ed operativa che coniughi inclusione e differenziazione.

Note
1. Ricordiamo che il RAV, in un primo momento, non ha coinvolto la Scuola dell’Infanzia, per la quale il processo è stato avviato con Nota MIUR n. 829 del 27.01.2016,cui è seguito un percorso di Consultazione nazionale delle Scuole, con l’utilizzo a regime dall’a.s. 2017/18.
2. Tale Nucleo si è trovato spesso ad operare “in solitudine”, vuoi per la complessità della struttura del RAV, vuoi per la delega che i Collegi dei Docenti gli hanno conferito, una formula “ponte” tra l’affidamento di un incarico a colleghi considerati meglio attrezzati nel merito e un affrancamento dall’impegno richiesto.
3. Comprende 5 sezioni con 49 indicatori, attraverso i quali le scuole possono scattare la loro “fotografia”.

Bibliografia essenziale

1. AA.VV.(2015), Rapporto di Autovalutazione(RAV) e miglioramento, Maggioli,Santarcangelo di Romagna
2. Castoldi M. (2012), Dagli apprendimenti alla valutazione di sistema, Carocci, Roma
3.Perticari P.(2015,rist.), Attesi imprevisti, Bollati Boringhieri, Torino
4.Recalcati M.(2014), L’ora di lezione, Einaudi, Torino

Articolo precedente
Curricolo verticale d’istituto. Realtà o utopia
Articolo successivo
Apprendimento cooperativo: Mischia, stop, coppia (MIX FREEZE PAIR)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

Formazione