Collaborazione e pratica linguistica alla scuola dell’infanzia

pratica linguisticaL’apprendimento linguistico nei bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni rappresenta un fenomeno affascinante e complesso, caratterizzato da una rapidità e una plasticità che difficilmente si riscontrano in altre fasi della vita. In questo periodo, i bambini dimostrano capacità sorprendenti nell’acquisizione del linguaggio, grazie a una combinazione di fattori neurobiologici, cognitivi e sociali.

Cosa capita nella mente di un bambino di 3-6 anni

La plasticità cerebrale, ovvero la capacità del cervello di modificarsi e adattarsi in risposta alle esperienze, è particolarmente elevata durante l’infanzia. Questa fase critica per l’apprendimento linguistico è sostenuta da un’intensa attività sinaptica e da processi di mielinizzazione, che facilitano la formazione di reti neurali efficienti. Le aree del cervello coinvolte nell’elaborazione del linguaggio, come l’area di Broca e l’area di Wernicke, sono altamente recettive agli stimoli ambientali, permettendo una rapida acquisizione di nuove parole e strutture grammaticali (Friederici, 2011).

Inoltre, tra i 3 e i 6 anni, i bambini sviluppano notevoli capacità cognitive che supportano l’apprendimento linguistico. La memoria di lavoro, essenziale per mantenere e manipolare le informazioni linguistiche a breve termine, è in continuo miglioramento (Gathercole & Baddeley, 2014). La capacità di attenzione selettiva permette ai bambini di focalizzarsi sugli input linguistici rilevanti, ignorando le distrazioni (Stevens & Bavelier, 2012). La consapevolezza fonologica, ovvero la capacità di riconoscere e manipolare i suoni del linguaggio, si sviluppa notevolmente durante questo periodo, facilitando l’acquisizione della lettura e della scrittura (Goswami, 2002).

Durante questi anni, il vocabolario dei bambini si espande in modo esponenziale. Dai 3 ai 6 anni, i bambini possono apprendere diverse nuove parole ogni giorno, un processo noto come “esplosione del vocabolario” (Ganger & Brent, 2004). Inoltre, cominciano a comprendere e utilizzare strutture grammaticali sempre più complesse. Passano dall’uso di frasi semplici, composte da due o tre parole, a frasi complesse che includono subordinate e congiunzioni (Tomasello, 2003). L’imitazione e la sperimentazione giocano un ruolo fondamentale in questo processo, con i bambini che spesso ripetono e modificano le frasi ascoltate dagli adulti.

I bambini in questa fascia d’età hanno anche una notevole capacità di apprendere più di una lingua contemporaneamente. La loro capacità di discriminare e acquisire suoni e strutture grammaticali di diverse lingue è superiore rispetto a quella degli adulti, grazie alla già menzionata plasticità cerebrale (Petitto et al., 2012). Studi mostrano che il bilinguismo precoce può avere benefici cognitivi, tra cui una maggiore flessibilità mentale e una migliore capacità di risolvere problemi (Bialystok, 2011).

Perché usare pratiche cooperative per l’insegnamento della pratica linguistica nella scuola dell’infanzia

L’interazione sociale è cruciale per l’apprendimento linguistico. I bambini apprendono meglio in contesti ricchi di comunicazione e interazione con adulti e coetanei. In famiglia, il linguaggio dei genitori, spesso caratterizzato da un registro semplificato e ripetitivo aiuta i bambini a segmentare il flusso continuo della lingua parlata in unità comprensibili (Fernald & Weisleder, 2011). 

Anche a fronte del progressivo impoverimento del numero di parole mediamente conosciute dai bambini all’ingresso alla scuola dell’infanzia, spesso riportatoci dalle stesse insegnanti, le routine quotidiane, i giochi di ruolo e le attività narrative offrono opportunità per praticare e consolidare le abilità linguistiche in contesti significativi (Hirsh-Pasek & Burchinal, 2006). Ciò vale, naturalmente, non solo per la lingua straniera ma anche per la stessa lingua italiana.

Le metodologie collaborative (il cooperative learning in particolare) rappresentano un approccio pedagogico particolarmente efficace per l’insegnamento delle lingue ai bambini. Esse hanno in comune il mettere al centro del processo di apprendimento l’interazione tra pari e la collaborazione per raggiungere obiettivi comuni. 

L’utilizzo di tecniche cooperative offre numerosi benefici che vanno oltre la semplice acquisizione linguistica: 

  • Promozione dell’interazione sociale: le tecniche collaborative facilitano l’interazione sociale tra i bambini, elemento fondamentale per l’apprendimento linguistico. Attraverso attività di gruppo, i bambini sono incoraggiati a comunicare tra loro, scambiando idee, informazioni e risorse linguistiche. Questo scambio continuo potenzia la loro capacità di comprendere e utilizzare nuovi vocaboli e strutture grammaticali in contesti reali e significativi (Johnson & Johnson, 2009).
  • Sviluppo delle competenze comunicative: il cooperative learning favorisce lo sviluppo delle competenze comunicative, poiché i bambini devono ascoltare, parlare, e rispondere ai loro pari. Questo processo li aiuta a migliorare la loro fluidità linguistica e la capacità di esprimersi chiaramente. Inoltre, lavorando insieme, i bambini apprendono a risolvere i conflitti verbali e a negoziare significati, abilità essenziali per la padronanza linguistica (Gillies, 2016).
  • Facilitazione dell’inclusione e equità: le attività di gruppo possono essere progettate in modo tale da assicurare che tutti i bambini, indipendentemente dal loro livello di competenza linguistica, abbiano l’opportunità di partecipare attivamente. Questo approccio aiuta a ridurre le disparità di apprendimento e a creare un ambiente in cui tutti i bambini si sentono inclusi e parte di una comunità (Kagan & Kagan, 2009).
  • Rendere l’apprendimento divertente e coinvolgente: le attività di gruppo spesso includono giochi, storie, e canzoni che rendono l’apprendimento linguistico un’esperienza gioiosa e ludica. Questa componente ludica è fondamentale per mantenere alto l’interesse e l’entusiasmo dei bambini per l’apprendimento delle lingue (Vygotsky, 1978).

Principi di base dell’apprendimento cooperativo

L’apprendimento cooperativo si basa su cinque principi fondamentali (Johnson & Johnson, 1999):

Tecniche cooperative per la scuola dell’infanzia

Quando si pianificano attività cooperative, è essenziale considerare il livello di sviluppo linguistico e le esigenze individuali dei bambini. Gli insegnanti devono preparare materiali vari e stimolanti, come immagini, schede di lavoro e risorse multimediali. Ad esempio, l’uso di marionette o figure di carta può rendere le attività più coinvolgenti.

In generale, formare gruppi eterogenei bilanciando competenze e personalità è fondamentale. Questo permette di creare un ambiente di apprendimento inclusivo dove tutti i bambini possono contribuire e imparare dagli altri. L’insegnante può cambiare periodicamente la composizione dei gruppi per favorire l’interazione tra tutti i bambini della classe.

Di seguito possibili suggestioni per avviare anche alla scuola dell’infanzia esperienze cooperative.

Gioco di ruolo e drammatizzazione

Questa tecnica coinvolge i bambini in attività di gioco di ruolo dove interpretano personaggi diversi. Ad esempio, possono simulare una visita al mercato, praticando vocaboli e frasi specifiche: i bambini fingono di essere clienti e venditori in un mercato, utilizzando frasi come “Vorrei delle mele, per favore” e “Quante ne desideri?”.

Mix-N-Match

L’insegnante predispone delle schede: alcune sono immagini, altre sono parole che corrispondono alle immagini. Consegna in modo casuale le schede e invita i bambini a muoversi per la stanza. I bambini Devono cercare il compagno che ha la scheda corrispondente alla propria: ad esempio, la persona che ha l’immagine di una scarpa cerca quella che ha la parola “scarpa”.

Attività di classe con canzoni e filastrocche cooperative

Canzoni e filastrocche sono strumenti potenti per l’apprendimento linguistico. Cantare insieme aiuta i bambini a memorizzare vocaboli e strutture grammaticali. Per esempio, i bambini cantano una canzone semplice come “Twinkle, Twinkle, Little Star” e poi creano nuove strofe insieme.

Molte proposte di attività per il gruppo classe sono disponibili qua.

Lancia a turno per arricchire il vocabolario

Tutti i bambini sono disposti in cerchio, assieme all’insegnante.

L’insegnante spiega che dovranno trovare assieme tante parole per descrivere un paesaggio. Lei inizia e poi lancia la palla ad un bambino; toccherà a quel bambino aggiungere una parola.

La palla passerà di mano in mano e ognuno potrà aggiungere un pezzetto.

Naturalmente, prima occorre avere offerto ai bambini le parole da ripetere. 

Potrebbero anche dire la parola in italiano, la maestra la ripete in inglese e tutti la ripetono in inglese. Poi la palla passa ad un altro bambino.

Puzzle di piccolo gruppo

I bambini lavorano insieme in piccoli gruppi per risolvere puzzle o giochi linguistici, sviluppando così le loro competenze di problem-solving e collaborazione, come un gioco in cui i bambini devono abbinare immagini a parole corrispondenti.

Si possono usare illustrazioni semplici, collegate al vocabolario su cui si vuole lavorare. Le immagini possono anche essere prese da riviste. L’importante è che possano essere agevolmente tagliate in più pezzi. 

L’immagine viene preventivamente preparata in modo che ogni bambino abbia 2-3 pezzi, corrispondenti ad una parola da imparare. 

Ciascuno agisce a turno, può tenere in mano solo un pezzo alla volta e posizionarlo nel modo giusto.

Conclusione

Le tecniche di apprendimento cooperativo sono strumenti potenti per lo sviluppo delle competenze linguistiche e sociali nella scuola dell’infanzia. Implementare queste tecniche richiede pianificazione e flessibilità, ma i benefici per i bambini sono significativi. Incoraggiamo gli insegnanti a sperimentare queste tecniche e a personalizzarle in base alle esigenze della loro classe.

Bibliografia e sitografia

  • Bialystok, E. (2011). Reshaping the mind: The benefits of bilingualism. In Canadian Journal of Experimental Psychology/Revue canadienne de psychologie expérimentale, 65(4), 229-235.
  • Fernald, A., & Weisleder, A. (2011). Early language experience strengthens processing and builds vocabulary. In Psychological Science, 22(8), 1105-1113.
  • Friederici, A. D. (2011). The brain basis of language processing: From structure to function. In Physiological Reviews, 91(4), 1357-1392.
  • Ganger, J., & Brent, M. R. (2004). Reexamining the vocabulary spurt. In Developmental Psychology, 40(4), 621-632.
  • Gathercole, S. E., & Baddeley, A. D. (2014). Working memory and language. Psychology Press.
  • Goswami, U. (2002). Phonological development and reading by analogy: Issues of similarity, difference and frequency.  In Journal of Experimental Child Psychology, 82(1), 1-19.
  • Gillies, R. M. (2016). Cooperative Learning: Review of Research and Practice.  In Australian Journal of Teacher Education, 41(3), 39-54.
  • Hirsh-Pasek, K., & Burchinal, M. (2006). The role of early oral language in literacy development.  In Reading Research Quarterly, 41(4), 386-404.
  • Johnson, D. W., & Johnson, R. T. (2009). An educational psychology success story: Social interdependence theory and cooperative learning. In Educational Researcher, 38(5), 365-379.
  • Johnson, D. W., & Johnson, R. T. (1999). Learning Together and Alone: Cooperative, Competitive, and Individualistic Learning. Allyn and Bacon.
  • Kagan, S., & Kagan, M. (2009). Kagan cooperative learning. Kagan Publishing.
  • Kagan, S. & J. High. Kagan Structures for English Language Learners. San Clemente, CA: Kagan Publishing. Kagan Online Magazine, Summer 2002. www.KaganOnline.com
  • Stevens, C., & Bavelier, D. (2012). The role of selective attention on academic foundations: A cognitive neuroscience perspective. In Developmental Cognitive Neuroscience, 2(Suppl 1), S30-S48.
  • Tomasello, M. (2003). Constructing a language: A usage-based theory of language acquisition. Harvard University Press. 
  • Vygotsky, L. S. (1978). Mind in society: The development of higher psychological processes. Harvard University Press.

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