Giancarlo Cerini, il sogno di una scuola “diversa”

Caro Giancarlo,
da alcuni giorni purtroppo siamo rimasti “orfani”: senza la tua presenza “amica”, da compagno di viaggio, da mentore e con un sogno di “scuole belle”, “scuole sicure”, “scuole innovative” infranto.
In questa epoca di DAD, FAD, distanziamenti sociali all’insegna della provvisorietà, per te si è realizzato invece il “distanziamento irreversibile”. Che tristezza ! Allora, a fatica, abbiamo tentato di recuperare qualche ricordo che facesse trasparire la tua profonda umanità e la tua sensibilità pedagogica. Uno fra tutti il nostro primo incontro in terra di Romagna (inizi anni ’80). Da Direttore Didattico ci avevi invitati (ero insieme al collega Giulio Gobbato, psicopedagogista), dopo aver letto su <Cooperazione educativa>, n. 3/1980, La Nuova Italia, una nostra esperienza didattica di recupero, nell’ambito delle 160 ore, presso la Scuola Media di Vedelago (TV). Già allora dal “prenderti cura” degli “ultimi” si disvelava la tua mente lucida e lungimirante (“cominciare dai bambini”) e la tua abnegazione per un servizio scolastico veramente inclusivo. E poi le convergenze e le complicità professionali in tante iniziative, di formazione, editoriali, di ricerca, con l’impegno a riempire del tutto “quel bicchiere mezzo pieno”, a cui metaforicamente spesso facevi riferimento quando qualcuno ti faceva notare i ritardi e le contraddizioni della scuola italiana.
Per contrastare i quali eri sempre in prima linea, “mettendoci la faccia”, con scritti, eventi pubblici, incarichi istituzionali, interventi formativi. Due affiorano nella mia memoria, condivisi e organizzati insieme a questo Ente di formazione< Scintille.it>, quello in occasione della emanazione delle Indicazioni Nazionali 2012 per il I° ciclo, tenutosi, con folta partecipazione, nel marzo 2013, nell’Aula Magna della Scuola Media “Giorgione” di Castelfranco Veneto(TV) e quello tenutosi presso la Scuola Media di Resana(TV), sempre sullo stessa tematica nel febbraio 2014, con la diffusione del testo “Passa…parole”. Momenti di riflessione sul ruolo-chiave degli Istituti Comprensivi, di riscossa formativa e di esaltazione dei valori di sostenibilità, di promozione sociale, di equità del servizio pubblico scolastico. Ogni cosa argomentata senza retorica supponente, ma con la sofferta consapevolezza di chi sapeva che il cammino verso l’uguaglianza delle opportunità era ancora lungo. Cammino che hai percorso per tutta la tua vita professionale, additando nuovi traguardi, esplorando paradigmi originali e soluzioni innovative, soprattutto elaborando autentici profili riformatori, come nel caso del sistema integrato zero-sei. Forse la tua più grande “passione” pedagogica e sociale, ereditata dall’essere tu un “maestro” in tutti i sensi e che ora, finalmente riconosciuta e sostenuta dalle Istituzioni(il PNRR/Recovery Fund stanzia ca. 5 mld per i servizi della prima Infanzia), ti sopravviverà, a testimoniare il tuo profetico sguardo proiettato sul futuro e la tua “vicinanza” alle giovani generazioni.
Tu stesso, intervenendo il 31 marzo u.s., al lancio della Campagna nazionale di diffusione e consultazione pubblica, promossa dal Ministero dell’Istruzione, per assicurare la massima condivisione del Documento di base sulle Linee pedagogiche, elaborate dalla Commissione Nazionale per il Sistema integrato 0-6 anni, prima della definitiva adozione, avevi detto: “Siamo ambiziosi … vogliamo arrivare al 40%, ancora più degli europei e abbiamo bisogno di creare e rafforzare strutture che siano belle, luminose e accoglienti, dei veri e propri campus … spazi bellissimi per bambini e genitori: così faremo crescere anche la domanda dei genitori per i servizi, che non è scontata, e sarebbe un’ottima risposta ai diritti dei bambini”
Oso sperare nella loro gratitudine, ma ci vorrà sempre qualcuno che sappia mantenere accesa la “fiammella” (Cerini) delle tue idee. Certo non sarà facile se tu, nel marzo di quest’anno, rispetto alla decisione governativa di chiudere il segmento scolare zero-sei, ricordavi in una nostra corrispondenza, a fronte anche alla mia “indignazione”, che la formale proposta della Commissione Nazionale “zerosei”(avanzata fin dal maggio 2020, in caso di zona rossa) di attuare il modello delle “piccole bolle autosufficienti” (Danimarca, Norvegia) non era stata accolta facilmente e si erano anche manifestate perplessità da una parte di docenti interpellate. Il segno che tutti dobbiamo continuare a “crescere” nel tuo “sogno di una scuola diversa”.
Ci mancherai.

Articolo precedente
Un’esperienza concreta di didattica cooperativa a distanza
Articolo successivo
La valutazione nella scuola Primaria. Tra opportunità e disorientamento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

Formazione