Quanto è difficile usare tecniche di cooperative learning considerando i problemi di spazio nelle aule?

Le aule della scuola italiana sono quanto di più variegato possibile, anche perché molte delle nostre strutture scolastiche risalgono a diversi periodi costruttivi, a diverse filosofie architettoniche ed anche a diverse visioni della relazione insegnante – studente dalle più gerarchiche alle più partecipative.

Lavorare a gruppi in tempo di Covid è diventato ancor più delicato, perché gli spostamenti devono rispettare regole di distanziamento che mal si adattano all’esigenza di una maggiore prossimità per favorire la relazione.

Come fare allora?

Noi di Scintille.it pensiamo sia buona la soluzione del “far il meglio che si può, con quello che c’è”, piuttosto che azzerare tutto l’esistente, mummificati dalla pandemia.

Innanzitutto sarà molto importante porre il problema all’intero Collegio Docenti: ne va della libertà d’insegnamento costringere ad usare modalità statiche solo perché non abbiamo liberato la fantasia attorno agli spazi che abbiamo.

Perciò è d’obbligo chiedere in qualsiasi momento – ma meglio ad inizio anno scolastico – che come si riorganizzano gli spazi scolastici per le singole aule, dimensionati sulla base del numero di alunni, si debbano ripensare gli spazi scolastici in base all’obiettivo relazionale che si vuole dare al gruppo classe ricavando degli spazi dedicati al lavoro di gruppo, ai momenti di Assemblea, al lavoro di coppia, come scuola attenta alla partecipazione attiva dello studente.

Gli studenti si troveranno perciò, sin dal primo momento, in un ambiente organizzato ad apprendere in modo collaborativo. Ci sarà lo spazio Assemblea dove gli studenti si incontrano in momenti di cerchio per confrontarsi, argomentare o realizzare le scelte “collegiali”.

Nell’aula adibita al lavoro di gruppo i banchi sono disposti ad isole in modo che gli alunni riuniti in ciascuna isola possano confrontarsi ognuno di fronte all’altro ma ad una distanza consentita. Non c’è una cattedra apposita per l’insegnante poiché esso è un facilitatore delle dinamiche, un organizzatore delle attività di apprendimento, un regista dei processi cognitivi in atto.

Vediamo questa proposta in concreto.

Lavoro di gruppo.

PRECOVID

Se prima potevo mantenere gli spazi in questo modo e addirittura disporre i banchi necessari a cerchio ed i restanti a bordo aula con tutti gli zaini sopra …

IN COVID

ora dovrò mantenere il distanziamento ed abituare gli studenti ad un terreno di gruppo virtuale, quello rappresentato da una corda immaginaria stesa a delimitare i confini del gruppo, meglio se colorata di colori diversi.

Lavoro di coppia

PRE COVID

Se un tempo potevo spostare banchi ed usarli come appoggio o metterli alle spalle dei ragazzi ed usare le sedie in cerchio …

ORA

avrò bisogno di un’aula dedicata al lavoro di gruppo. Gli ambienti d’apprendimento sono luoghi da difendere rispetto al loro scopo che è favorire la relazione: il cerchio si allungherà e diventerà un’ellisse. Ma i vicini di sedia potranno ugualmente confrontarsi e sentirsi vicini.

Assemblea

PRECOVID

Prima del Covid era possibile spostare, anche in questo caso, tutti i banchi a muro e mettere le sedie a cerchio per avviare un Circle Time o un momento assembleare che aveva lo scopo di vedersi tutti in faccia e non avere nessuno escluso

… ORA

Oggi sarà necessario richiedere un Auditorium, un giardino, una mensa, un luogo in cui ricreare le stesse condizioni con il distanziamento.

E’ necessario cioè guardare le nostre scuole ed appropriarci di quegli spazi, liberando la creatività.

Vuoi saperne di più?

Se vuoi saperne di più su principi e tecniche di Cooperative learning, puoi approfondire con il nostro videocorso

“I segreti del Cooperative learning”

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