Educare alla legalità: un valore e una sfida per la scuola

Premessa

Continuiamo la riflessione sull’Educazione Civica avviata in settembre 2019 con gli articoli Educazione civica e gestione dei conflitti: sogno o realtà? e Prove di democrazia a scuola; proseguita nel 2020 con Educazione allo sviluppo sostenibile a scuola: valori e strategie in campo e Educazione Ambientale, Sostenibilità e Cooperative Learning,  rivolgendo il nostro focus sul tema della legalità, come declinato nei documenti ministeriali e come sviluppato nei curricola scolastici (1). A completamento, aggiungiamo delle note per problematizzare tale paradigma, anche alla luce dell’ emergenza COVID-19 e per evidenziare il contributo specifico del cooperative learning.

Le coordinate ministeriali nel tempo

Già nella Nota MIUR 2546/2007 su Linee di indirizzo Scuola e legalità si afferma che “Le Istituzioni scolastiche autonome potranno inoltre potenziare la loro funzione di “fucina di legalità” facendo riferimento ai valori essenziali per la costruzione di un futuro sostenibile…” e praticando l’educazione alla legalità negli ambiti dello sport, del mercato del lavoro, della dispersione, del dialogo interculturale, della sicurezza.

Inoltre nel Documento di indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, marzo 2009 (2) si sostiene: “In termini formativi il concetto di convivenza civile si connette strettamente ai cosiddetti “saperi della legalità”…quali: a. la conoscenza storica, …che dà senso al presente e permette di orientarsi in una dimensione futura; b. la conoscenza della Costituzione e delle Istituzioni preposte alla re- golamentazione dei rapporti civili, sociali ed economici; (3) c. la conoscenza del contesto sociale nel quale i ra- gazzi si muovono e agiscono…”.

Infine nell’ All. A delle Linee Guida del 2020 (4), nucleo dedicato alla Costituzione, si richiamano “… i concetti di legalità, di rispetto delle leggi e delle regole comuni in tutti gli am- bienti di convivenza…” per sottolineare non solo l’impegno a far conoscere fenomeni sociali quali le mafie, la criminalità, la corruzione, ma anche a promuovere comportamenti virtuosi per un’ ”agentività” civile e democratica (5). Agire nella legalità a scuola e nell’ambiente di vita, vuol dire infatti sviluppare competenze nelle aree della responsabilità personale e del rispetto delle regole, ma anche esercitare e difendere valori come l’onestà e il bene comune.

Menzioniamo, a latere:

  1. il Protocollo di intesa siglato nel 2020 tra MI e Consiglio Nazionale Forense che prevede la realizzazione di quattro progettualità indirizzate agli studenti sui temi quali i diritti e i doveri dei cittadini, il rispetto della legalità, la cultura del valore delle differenze e la cura del bene comune;
  2. la Carta di Intenti sottoscritta tra Miur, Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Direzione Nazionale Antimafia (DNA), Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), Ministero Giustizia (2018);
  3. la creazione di Osservatori Permanenti Regionali(OSR) per bullismo e legalità, presso gli USRR.

La traduzione nei curricola scolastici

Queste categorie valoriali e formative ruotano, nei curricola scolastici, intorno a dispositivi, percorsi e strumenti dedicati come:

  • il Patto Educativo di Corresponsabilità (PEC), datato al 1998/DPR 249, integrato con le Linee di Indirizzo Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa, 2013, esteso alla Primaria nel 2019, e di recente implementato con Protocolli COVID-19. Un documento ambizioso per un patto formativo scuola-famiglia, ma sostanzialmente “fragile” in quanto quasi sempre relegato tra gli adempimenti amministrativi;
  • lo Statuto delle studentesse e degli studenti(DPR 249/1998), che esalta il mondo dei diritti, dei doveri, della disciplina e delle regole, ma il cui patrimonio valoriale è spesso “appiattito” sulle sanzioni disciplinari;
  • i Regolamenti interni della Scuola, di Istituto, di classe, di plesso, degli spazi attrezzati, del lavoro didattico, giocati in “cataloghi” di precetti e raccomandazioni, dalla logica gerarchica e quasi mai partecipati;
  • lo sviluppo e/o la partecipazione di/a progetti, iniziative, laboratori, incontri, manifestazioni, che spesso hanno a che fare con i temi della mafia, del bullismo- cyberbullismo, della giustizia penale, dell’eco-sostenibilità, del lavoro minorile, della violenza sulle donne, del lavoro non dignitoso, della corruzione, del traffico di droga, dei rischi del digitale, dell’immigrazione, etc. (6). Un “profluvio” di percorsi che, seppur ben programmati, a volte educano ad una legalità come competenza, come esercizio scolastico, senza radici nel quotidiano scolastico e negli “ordinari” contesti di vita degli studenti.

Problematizzare la LEGALITÀ

A fronte di siffatte traiettorie, coerenti in ogni caso con gli indirizzi normativi, dobbiamo però farci delle domande “provocatorie”:

  • il costrutto legalità non deve essere depurato dal burocratese ministeriale che quasi sempre lo associa alle fonti normative, alle categorie del “rispetto”, dell’”osservanza”, della “conformità” (7) e a fenomeni sociali “devianti”, per approdare invece ad una connotazione più proattiva, generatrice di comportamenti sfidanti, nel segno del pensiero critico, dell’agentività e perché no dell’indignazione?

Come infatti non reagire di fronte ad azioni di “illegalità” messe in atto nel mondo, quali ad es. il perdurare di lavori non dignitosi, il traffico di essere umani, le devastazioni ambientali, etc., ma anche commesse dentro i nostri confini, quali la corruzione, l’evasione fiscale, il lavoro “in nero”, gli abusi edilizi, le infrazioni al codice della strada, la mancata emissione della ricevuta fiscale, etc., etc., etc. ? (8) In questi casi la legalità è offesa dalla realtà;

  • l’istituzione-scuola, in alcune sue “derive” formative (fittizia ideologia dell’uguaglianza e del merito, asimmetrie tra legalità ed equità come nel caso dei frequenti insuccessi formativi e quindi del diritto allo studio negato, inadeguatezze valutative, climi di classe conflittuali, dispersione scolastica, segregazione socio-educativa (9)…), non realizza, come sistema, un basso “tasso” di cultura della legalità, che può inibire, per la sua non esemplarità, lo sviluppo degli universi valoriali degli alunni?
  • il concreto esercizio di vita democratica nella scuola da parte degli studenti, come viva esperienza di rapporti sociali emancipanti e come possibilità di intervento nei processi decisionali, non appare ancora marginale, limitato ad es. a liturgie come il Consiglio Comunale dei ragazzi nella Secondaria di 1°, oppure a compiti convenzionali come la partecipazione agli OO.CC. o la promozione di iniziative di autogestione, nella Secondaria di 2° ?
  • la costruzione di percorsi dedicati ai soli saperi della legalità non può risultare parziale se non accompagnata da una diffusa etica della responsabilità, testimoniata, a livello individuale e collettivo, da educatori ed allievi nell’ “essere” e nel “fare” scuola: rispetto per le persone, mantenimento degli impegni, osservanza delle regole, ma anche partecipazione attiva, denuncia delle ingiustizie, pratiche miti di in-tolleranza civile, sviluppo di visioni divergenti ? (10)
  • l’emergenza sanitaria Covid-19 e le “improprie” modalità di gestione e di comunicazione promosse dalla politica e dai massmedia, non hanno forse generato logiche e dispositivi al limite della legalità, disorientando le giovani menti di ragazzi e adolescenti con un “diluvio” di messaggi contradditori e ingannevoli, certamente non utili a potenziare il senso di legalità ?

Per questo motivo, e non solo, sarebbe opportuno che tale ambito tematico fosse “oggetto” di mirati interventi didattici.

Il contributo del Cooperative Learning

Anche il Cooperative Learning può fornire dei contributi significativi per la suddetta area formativa, nella più ampia cornice dell’insegnamento dell’Educazione Civica.

In particolare il suo paradigma pedagogico risulta importante per:

  • il valore aggiunto che rappresenta in termini di empowerment delle abilità sociali (life skills: competenze strategiche per la vita) nella costruzione di comunità fondate sui valori diffusi di onestà, di cura reciproca (caring) e di responsabilità;
  • “il materiale didattico” che fornisce alle suddette traiettorie formative, disponendo di efficaci strategie (peer tutoring, peer collaboration) attraverso cui promuovere lo sviluppo sociale ed etico degli studenti nell’ ap-partenenza ad una comunità;
  • l’utilizzo di metodologie innovative(didattica laboratoriale, didattica per competenze, circle time, flipped classroom…), che stimolano gli studenti ad un maggior protagonismo rispetto a temi sociali “sensibili” ;
  • le sollecitazioni a sviluppare competenze di cittadinanza attiva, tramite il metodo del lavoro cooperativo, l’assunzione di precise responsabilità nel conseguire un obiettivo comune, l’interiorizzazione di comporta-menti autoregolativi, l’elaborazione di risposte collettive e non individuali alle condotte irregolari a volte messe in atto nell’ambiente scolastico;
  • la rilevanza educativa che viene riconosciuta alla dimensione del “noi” rispetto a quella dell’”io”, senza dubbio tra i “fondamentali” del concetto di legalità, nella misura in cui la convergenza dei comportamenti responsabili agisce come fattore destabilizzante dell’illegalità e come artefice del bene comune.

1 Nel merito vds. Dalla Chiesa N.(2018), La storia dell’educazione alla legalità nella scuola italiana, ricerca dell’Osservatorio CROSS- UNIMI

2 Documento successivo alla L. 30.10.2008 n. 169, sull’insegnamento di <Cittadinanza e Costituzione>.

3 Nello specifico vds. l’inchiesta di “Proteo Fare Sapere”, avviata nel febbraio 2010, che ha coinvolto ben 7000 studenti di licei, istituti tecnici e professionali, di dieci regioni.

4 Linee Guida adottate in applicazione della L.92/2019 che introduce l’insegnamento trasversale dell’educazione civica in tutti gli ordini e gradi di scuola e che all’art. 3 p. f inserisce tra le tematiche da trattare <l’educazione alla legalità e al contrasto delle mafie>.

5L’agentività attiene all’agire per il conseguimento di obiettivi su una specifica finalità o per generare un cambiamento (S. Soresi, 2018).

6 Vds. anche l’utile sito dell’USR Lombardia, www.usr.istruzione.lombardia.gov.it/argomento/progetti-ed-eventi/educazione-alla-legalita/ .

7 Una curvatura semantico- concettuale che riflette comportamenti remissivi e di adattamento, anche se agiti responsabilmente.

8 Vds. A. Baldissera(2006), L’illegalità diffusa in Italia: un’interpretazione sociologica, in Quaderni di sociologia, n. 40, Open edition.

9 Fenomeno che identifica la conferma e spesso l’amplificazione dei divari socio-culturali di partenza di molti alunni, ma anche l’esistenza di contesti scolastici marginalizzanti con classi ghetto. Vds. per le etnie la ricerca del Politecnico MI, Withe flight(La fuga dei bianchi),2017.

10 Nel merito vds. il breve saggio Il principio di legalità:significato e storia, su www.studenti.it , 2019.

 

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